24/02/2022 - NEWS CICLONE EMNATI
Mentre il ciclone Emnati colpisce le coste sud-orientali del Madagascar, alle prese con la quarta grande tempesta in circa un mese, i suoi abitanti “sono sfollati a migliaia e fanno i conti con un’agricoltura completamente distrutta: ci vorranno cinque anni per riavere i frutti da molti alberi e per poter raccogliere diverse colture fondamentali”. A parlare è padre Eric Franck, direttore di ‘Radio Don Bosco Madagascar’, sede nella capitale Antananarivo ma corrispondenti in tutta l’isola. Il religioso parla all’agenzia Dire nel pieno di una situazione delicata per il Paese insulare, 400 chilometri a largo delle coste del Mozambico nell’Oceano Indiano: il Madagascar si sta ancora riprendendo dal ciclone intenso Batsirai, che a inizio febbraio ha causato circa 120 vittime e 120mile sfollati, che già deve affrontare Emnati.
Per il momento non ci sono notizie di feriti e vittime. Secondo padre Franck “si sta comportando in modo simile a Batsirai, causando piogge molto abbondanti”. Si prevede che già nei prossimi giorni la perturbazione prenda di nuovo la strada del mare, inoltrandosi nel canale di Mozambico che divide il Madagascar dal continente per poi risparmiare l’entroterra africano, a differenza dei suoi predecessori di quest’anno, come appunto Batsirai ma anche la tempesta Ana, che ha colpito il Paese a fine gennaio.
“Decine e decine di persone sono morte, molte case parzialmente o completamente distrutte mentre decine di migliaia sfollate si trovano ora nei luoghi predisposti dalle autorità civili a dalle varie diocesi del Paese“, l’istantanea scattata dal salesiano. Numerosi e diversi i bisogni della popolazione, prostrata dalla serie di cicloni che, nelle regioni del sud, sono stati preceduti da mesi di siccità intensa. La prolungata mancanza di precipitazioni, secondo il Programma alimentare mondiale (Pam/Wfp) delle Nazioni Unite, ha determinato una condizione che ha messo in pericolo di vita per carenza di cibo circa 400mila persone.
In questo momento la popolazione ha come necessità quella di ricostruire o riparare le proprie abitazioni, insieme al bisogno di procurarsi del cibo o dei vestiti. Tutti bisogni primari che alla popolazione del Madagascar gli sono stati tolti da queste ondate violente di cicloni.
La ragazzina non va più a scuola perchè si vergogna, è sempre affamata e quindi non in grado di seguire le lezioni. Da quando la nostra Associazione ha sospeso gli aiuti, la mensa è solo per chi può pagare.